Scatti della bellissima Isola di Sant'Antioco e della provincia di Carbonia-Iglesias
L'Isola di Sant'Antioco:
L’Isola di Sant’Antioco è situata nel Sud Ovest Sardegna, ed è collegata con la terraferma tramite un istmo e un ponte artificiale, l’Isola dista 90 km dall’aeroporto internazionale di Cagliari-Elmas e 95 km dal porto di Cagliari. Adiacente all’Isola di Sant’Antioco, si trova l’Isola di San Pietro con la cittadina di Carloforte, raggiungibile facilmente in traghetto dal porto di Calasetta o di Portovesme. L’isola di Sant’Antioco, caratterizzata dalla tipica macchia mediterranea costituita da cisto, lentisco, corbezzolo, ginepro, palma nana, si estende per una superficie di 108 km quadrati ed è la quarta isola italiana per estensione.
Data l’origine vulcanica dell’Isola di Sant’Antioco, le coste sono prevalentemente rocciose, caratterizzate da falesie, insenature (con scogliera e spiaggia) e grotte, le spiagge completamente sabbiose sono poco numerose ma molto estese. In prossimità della costa dell’Isola sono presenti alcuni isolotti disabitati: il Toro, la Vacca e il Vitellino.
L’Isola di Sant’Antioco è composta da due centri abitati principali:
– il comune di Sant’Antioco, che comprende la frazione di Maladroxia;
– il comune di Calasetta di cui fa parte la frazione di Cussorgia.
Del comune di Sant’Antioco fanno parte le spiagge di: Su Portixeddu, Maladoxia, Coaequaddus, Turri, Capo Sperone, Is Praneddas, Porto Sciusciau, Cala Sapone, Cala della Signora, Calagrotta, Cala Lunga.
Del comune di Calasetta fanno parte le spiagge di: Sottotorre, Le Saline, Spiaggia Grande, Cussorgia.
Sant’Antioco ha una vasta area archeologica, ricca di monumenti storici come: la Basilica di Sant’Antioco Martire, il Forte Sabaudo chiamato Forte “Su Pisu”, il Villaggio Ippogeo, il Museo Etnografico, il Tophet, il Museo Archeologico Comunale “Ferruccio Barreca” (MAB), l’Acropoli, la Necropoli di Is Pirixeddus, il Ponte Romano, la Fontana Romana.
Fuori dal centro abitato di Sant’Antioco è presente l’area archeologica di “Grutt’acqua”.
Forte Su Pisu Sant’Antioco:
Il Forte Sabaudo “Sa guardia de Su Pisu” si trova a Sant’Antioco, in posizione predominante sulla cittadina e sulla Laguna a 60 m sul livello del mare, venne edificato tra il 1813 e il 1815 sulle rovine delle mura puniche. La struttura con una grandezza di circa 270 mq, aveva funzioni di avvistamento e di difesa contro le incursioni dei pirati Mori (provenienti da Tunisi) che sistematicamente, con i loro vascelli, facevano razzia lungo le coste sarde.
Nell’ottobre 1815, il Bey di Tunisi (ossia il governatore), inviò una flotta di 15 navi saracene che assaltarono il villaggio di Sant’Antioco per depredarlo delle scorte di grano. In tale occasione, il Forte fu teatro di una cruenta battaglia, durante la quale i soldati, i miliziani e alcuni volontari, guidati da Efisio Melis Alagna, comandante degli Artiglieri di Sardegna opposero una strenua resistenza, vanificata dalla scarsità di munizioni e dal soverchiante numero dei nemici che riuscirono ad espugnare il Forte.
Il Comandante Melis Alagna ed i suoi soldati, preferirono morire eroicamente piuttosto che farsi ridurre in stato di schiavitù dai nemici, i quali fecero ritorno a Tunisi con 133 prigionieri.
Basilica di Sant'Antioco Martire:
La Basilica di Sant’Antioco Martire, ubicata nel centro storico di Sant’Antioco, è una chiesa bizantina, il cui complesso originario venne eretto tra la fine del V secolo d.c. e l’inizio del VI secolo d.c., caratteristica è la pianta quadrifida a croce di Sant’Andrea, con il corpo centrale sormontato di cupole. La Basilica di Sant’Antioco Martire è stata eretta sopra i resti della Necropoli punica (risalente al VI secolo a.c.), costituiti da camere ipogeiche, di cui 5 sono ancora visibili ed in parte intatte, successivamente alla morte del Sant0 Antioco Martire, avvenuta come vuole la tradizione il 13 novembre del 127 d.c., tali ambienti ne sono diventati la cripta, visibile tutt’oggi nella prima camera all’ingresso delle Catacombe. Questi ambienti vennero utilizzati da Antioco, mentre ancora era in vita, come luogo di incontro e preghiera dalla nascente comunità cristiana.
Attorno al III secolo d.c., iniziarono a svilupparsi le Catacombe, poiché gli ambienti adiacenti la Cripta di Sant’Antioco Martire, vennero utilizzati (con il riadattamento di 5 camere ipogeiche), come luogo di sepoltura collettivo dalla comunità cristiana di Sulky (antico nome fenicio punico dell’Isola di Sant’Antioco), comunità sviluppatasi grazie all’opera di conversione di Antioco. Degne di nota sono le pitture murali di iconografia cristiana, presenti nelle tombe dette ad “arcosolio” (così chiamate per la caratteristica forma ad arco), come: la figura del “Buon Pastore” rappresentante il Cristo Gesù nel ruolo di guida e maestro; un’iscrizione funebre recitante “In Pace Vibas” del quale rimangono visibili solamente le ultime lettere; rappresentazioni animali e floreali. Da non tralasciare è la “tomba a baldacchino” ove secondo la tradizione, il Santo spirò.
Adiacenti alle Catacombe di Sant’Antioco Martire, troviamo le Catacombe di Santa Rosa, madre del Santo Antioco, il cui accesso a “dromos” si trova sempre all’interno della Basilica. Le Catacombe di Santa Rosa sono composte di due camere ipogeiche di origine punica, risalenti presumibilmente al V secolo a.c., nella seconda camera sono presenti due tombe puniche munite di sarcofago in tufo, successivamente riutilizzate dai Cristiani, una delle quali è attribuita a Santa Rosa, mentre sulla seconda tomba non si hanno dati certi. Purtroppo le Catacombe di Santa Rosa vennero profanate, con la sottrazione delle spoglie della Santa Rosa e di ogni altro elemento utile per una datazione precisa.
La Basilica di Sant’Antioco Martire a partire dal XII secolo d.c. sino al XVIII secolo d.c. fu oggetto di alcuni lavori di ampliamento che ne modificarono la struttura architettonica originaria con pianta a croce greca, si tratta in particolare, dell’aggiunta del presbiterio e delle navate laterali, l’allungamento della navata centrale, la realizzazione dell’abside e della cappella. L’adiacente campanile, non ha nulla a che vedere con la struttura originaria della Basilica, venne realizzato nel XX secolo d.c..
Nella Basilica è custodito il reliquario e la Statua di Sant’Antioco Martire, utilizzati entrambi per la processione solenne in onore del Santo.
La Basilica di Sant’Antioco Martire è stata edificata nello stesso periodo storico della Basilica di San Saturnino ubicata a Cagliari così come della Chiesa di San Giovanni in Sinis ubicata nel comune di Cabras.
Dal 1991, la Chiesa di Sant’Antioco Martire, è insignita del titolo di Basilica minore con una bolla papale emessa dalla Santa Sede.
La cittadina di Calasetta:
Calasetta con circa 2.900 abitanti è il secondo centro abitato dell’ Isola di Sant’Antioco, distante 100 km dall’aeroporto internazionale di Cagliari (CAG), conserva ancora immutate origini “Tabarchine” e Genovesi. Calasetta venne fondata nel 1769, da un gruppo di Tabarkini (provenienti dall’Isola di Tabarka, ubicata davanti a Tunisi) originari della cittadina di Pegli, in Liguria. Questi chiesero al Re Carlo Emanuele III di Savoia di poter popolare la costa nord dell’Isola di Sant’Antioco, tale richiesta venne accolta da parte del Regno Sabaudo che mirava al ripopolamento della Sardegna. Successivamente alla fondazione, con l’arrivo dei coloni Tabarkini, si aggiunsero coloni Piemontesi e Siciliani.
Riguardo all’origine del nome “Calasetta“, la più antica documentazione scritta risale al 1752, che suggerisce il nome di Calasei, mentre nel 1754 di Calastra (per indicare la zona costiera) e Cala di Seta (per indicare la zona dell’entroterra), nel 1757 si riscontra Calaseda (la cui origine del termine è Spagnola) ed, infine, Calasetta e Cala di Seta che si alternano nei primi documenti che riguardano il paese.
La cittadina di Calasetta offre diverse spiagge di estrema bellezza quali: “Spiaggia grande“, la “Salina” e “Sottotorre“, quest’ultima adiacente al paese.
A pochi passi dalla spiaggia di “Sottotorre“, facilmente raggiungibile a piedi dal centro abitato in soli 5 minuti, si erge una torre eretta nel 1737 circa da parte dell’amministrazione sabauda con lo scopo di difendere il canale tra Sant’Antioco e Carloforte, avvistando eventuali imbarcazioni dei pirati Saraceni.
Ad ovest si può ammirare la linea di costa che scende a picco sul mare il quale è un capolavoro modellato dal mare e dagli agenti atmosferici: “Il nido dei passeri” che deve il suo nome grazie ai numerosi volatili che vi nidificano. Da notare, il sottostante faro di “Mangiabarche” che segnala ai naviganti in transito i pericolosi scogli affioranti.
La sera si può godere del fresco passeggiando tra la Via Roma (chiusa al traffico) e il porticciolo turistico ove, sono presenti la maggior parte dei bar, ristoranti e pizzerie del paese.
Dal porto di Calasetta, si può prendere il traghetto per raggiungere l’Isola di San Pietro e l’unica cittadina dell’Isola: Carloforte, la cui traversata dura circa 30′ minuti.
Fra le tradizioni tipiche di questo paese, che rivendica a forte voce le sue origini tabarchine e che parla ancora oggi correntemente la lingua di Tabarka, ci sono delle feste di grande fascino. Una di queste è sicuramente la festa di San Giovanni Battista, che alterna riti di tradizione pagana a riti sacri e che coinvolge tutta la popolazione in balli e canti in notti illuminate dai grandi falò.
Feste ed eventi a Calasetta:
San Maurizio Martire
La festa di San Maurizio Martire è la più importante che si svolge a Calasetta ed ha luogo il 22 settembre nel giorno dedicato al Santo. Nel 1773 per decisione del vescovo della diocesi di Iglesias, Ignazio Gautier, San Maurizio Martire venne scelto come patrono di Calasetta facendone omaggio anche all’ “Ordine Mauriziano” che era stato la guida e il sostenitore della colonizzazione della cittadina.
L’unica chiesa del paese, ultimata nel 1839, porta il nome di San Maurizio Martire in onore del Santo patrono.
Il culmine dela festa è la processione serale, molto sentita dalla popolazione locale, al cui Santo sono molto devoti. La processione è aperta dai cavalieri in tenuta da legionari romani appartenenti alla Legione Tebana i quali, compagni del Santo Maurizio, vennero uccisi poichè Cristiani. A seguire, c’è l’associazione religiosa “San Maurizio”, i cui membri, così come avveniva in passato, indossano una tunica bianca con fascia rossa preservando la tradizione. Sono presenti altre figure vestite in abiti tradizionali, fra i quali i cavalieri dell’Ordine di San Maurizio e San Lazzaro e costumi Tabarkini e Piementosi a ricordare i pellegrini che fondarano Calasetta.
San Giovanni Battista
La festa di San Giovanni Battista si svolge la notte tra il 23 e il 24 giugno poiché era tradizione che Calasetta venisse illuminata a giorno da grandi falò che venivano accesi in diversi punti del paese e che rischiaravano le strade a coloro che andavano in cerca di erbe con virtù benefiche, tale evento era sentito dalla popolazione come una notte in cui avvenivano prodigi e pronostici durante la quale si diceva che l’acqua saliva dai pozzi e che si sentivano parlare i buoi, inoltre, in tale occasione, i giovani che ancora non l’avevano fatto, si dichiaravano alla donna amata e le ragazze promesse spose venivano a conoscenza della professione e dello status sociale del futuro sposo.
Oggi la festa si svolge nel porticciolo turistico ove viene acceso un gran falò, tradizione ancora molto sentita dai Calasettani.
San Pietro e Paolo
Il 29 giugno si svolge la festa religiosa in onore dei Santi Pietro e Paolo che culmina con la processione via mare con numerose imbarcazioni che accompagnano la statua di San Pietro sino al porto di Carloforte, nell’Isola di San Pietro.
Madonna delle Grazie
La festa si celebra il 2 luglio in onore Madonna delle Grazie, il cui simulacro risulta presente nella Parrocchiale almeno dal 1848. Per l’occasione, ha luogo un pellegrinaggio durante la notte, il cui percorso è di circa 10 km, con il quale gli abitanti di Sant’Antioco raggiungono la chiesa di San Maurizio a Calasetta per prendere parte alla Santa Messa.
Cristo Re
La Festa si svolge l’ultimo lunedì di agosto, nella frazione di Cussorgia (la cui origine si ha attorno all’ 800′ con l’insediamente di famiglie Sarde tra cui numerose famiglie Antiochensi), la quale era un’opportunità d’integrazione fra la popolazione Sarda e quella Tabarkina.
Festa dell’uva
La festa dell’uva ha luogo verso metà Settembre in cocomitanza delle vendemmia, che ancora oggi, seppur in dimensioni più modeste, rappresenta una festa ove le famiglie si riuniscono per andar a raccogliere nelle vigne, molte delle quali secolari, i preziosi grappoli di uva qualità “Carignano”.
Le Serenate
Un usanza molto caratteristica è quella delle “Serenate” che avvengono generalmente durante le serate estive, grazie a due gruppi vestiti in costume, che girano per le strade del paese, i quali fanno dono ai presenti di canzoni in dialetto accompagnati dal melodico suono di una chitarra.
Il “Cascà”: è composto da cous cous (granelli di semola cotti al vapore) condito con cavoli e carne di maiale.
Il “Pilau”: è un fatto con la fregola sarda (un tipo di pasta molto piccola fatta con semola di grano duro), condita sugo di pomodoro e con crostacei come l’ aragosta, i gamberoni e gli scampi.
I “Pé de porcu”: dolce tipico fatto con pasta frolla arricchita con mandorle e semi d’anice che viene modellato a “zoccoletto di maiale” e glassato.